Il termine originario è Scrima, o Scrimia, poi Schermo. L’etimologia palesa la funzione prevalentemtente difensiva di quest’arte il cui scopo è il colpire senza essere colpiti. La scherma tradizionale, scherma antica o scherma storica è la ricostruzione dei sistemi sviluppatisi prima della codifica sportiva della scherma (ovvero dell’uso sistematizzato di una spada o altra arma), sulla base della documentazione storica rimasta, dei sistemi tradizionali ancora conservati e della verifica in simulazione di combattimento. Non va confusa con la scherma teatrale e coreografica o con quella della rievocazione storica, che sono genericamente ispirate ai sistemi effettivamente esistiti, ma più orientate allo spettacolo che non all’attendibilità storica, né con la moderna scherma sportiva agonistica che ha perso il senso dell’uso dell’arma come se fosse vera ed affilata.
L’uso della spada, la prima arma inventata con il solo scopo di uccidere altri esseri umani, è molto antico. Le prime fonti che accennano a particolari tecniche risultano fin dal periodo romano, ma è nel tardo Medioevo che appaiono i primi trattati scritti da Maestri d’Arme veri e propri. In Italia, i più famosi Maestri che ci hanno lasciato testimonianza dei loro insegnamenti sono Fiore dei Liberi (Flos Duellatorum – Ferrara – 1410 circa) e Filippo Vadi (De arte gladiatoria dimicandi – Urbino – 1485 circa). In questo periodo, che per l’Italia è da considerarsi già rinascimento delle arti e delle scienze (e la scherma è considerata come una di esse), il combattimento è particolarmente legato all’utilizzo di spade a due mani, daghe, lance, azze, bastoni e lotta a mani nude. Dal ‘500, con il graduale affermarsi dell’arma da fuoco sui campi di battaglia la spada diventa più un’arma da difesa personale o da uso civile che non da guerra. In questo periodo la spada viene spesso accompagnata da una seconda lama più corta da impugnarsi con l’altra mano, spesso chiamata daga o pugnale da duello, oppure accompagnata da armi difensive quali piccoli scudi (brocchieri e targhe), scudi più grandi (rotelle e targoni) oppure semplici mantelli (cappe). La scherma diventa nel primo ‘500 espressione di arte e scienza senza precedenti. Con i suoi grandi Maestri (Achille Marozzo o Antonio Manciolino giusto per citarne alcuni), l’Italia diventa punto di riferimento europeo anche per quest’arte. L’origine aristocratica della scherma, in cui l’utilizzo di armi secondarie viene gradualmente limitato da motivi etici e di etichetta, porta a una progressiva codifica della disciplina. In essa diventano preponderanti sempre più i colpi di punta, decisamente più letali dei tradizionali colpi di taglio. È per l’appunto dopo il 1600 che la vecchia spada da lato (detta così poiché di uso civile da portare alla cintura) si trasforma nella spada da lato a striscia o semplicemente “striscia”. L’evoluzione dell’arma porta ad un cambiamento delle tecniche: ormai si usa per lo più la spada sola o la spada ed il pugnale; ancora per tutto il 1600 l’Italia produce notevoli Maestri, quali Ridolfo Capoferro da Cagli.
Nei secoli successivi, la scherma si allontana sempre più dai casi di combattimento reale, perdendo d’importanza la dottrina d’uso principale: la sopravvivenza in un combattimento in steccato, in Duello “alla macchia” o in caso di aggressione in strada. La scherma diventa gradualmente un passatempo da gentiluomini, che vedono nel circolo di scherma anche una sorta di club per ritrovarsi. Nell’800 questo cambiamento generalizzato della scherma porta alla scomparsa di Maestri che possano insegnare efficacemente quest’arte in condizioni di combattimento reale. Per tale motivo gli ambienti militari delle potenze dominanti del tempo, cominciano a ricercare fuori dai propri territori, persone in grado di insegnare il combattimento con la sciabola ai propri ufficiali. Ad ogni modo, anche nel ‘900 gli schermidori Italiani di spada erano rinomati proprio per la loro esperienza e pratica nell’uso della spada da duello, sebbene le tecniche originali di scherma antica, la quale sfrutta combinazione di colpi di taglio e colpi di punta, risultavano ormai non più praticate.
Le tecniche di scherma antica, al giorno d’oggi, vengono riproposte grazie allo studio degli scritti che i Maestri del tempo ci hanno lasciato o, in taluni casi, recuperando quanto è rimasto in ambiti non collegati al mondo della Scherma Sportiva. Si possono così scoprire le peculiarità di un’Arte Marziale occidentale, che ha trovato in Italia un terreno particolarmente fertile per svilupparsi ed accrescersi al punto da poter essere considerata a pieno titolo l’Arte Marziale Italiana. Un’Arte che si fonda sul principio del “toccare senza essere toccati” e su oltre sette secoli di storia codificati nelle decine di Trattati d’Arme fino ad oggi recuperati.
Numerose sono le associazioni sportive dilettantistiche che organizzano corsi dedicati a questa attività, sebbene in Italia non esista alcuna federazione nazionale di praticanti di scherma antica. Mentre la FIS (Federazione Italiana Scherma) sta ultimamente aprendo i propri orizzonti cercando di regolamentare l’aspetto più sportivo di questa pratica. In contrapposizione alle Federazioni Nazionali sportive altre organizzazioni di carattere promozionale riconosciute dal CONI (in particolare UISP e CSEN) hanno organizzato propri settori in cui la pratica della scherma antica è ben sviluppata.
The original term is Scrima, or Scrimia, then “Schermo” (Shield). The etymology reveals the predominantly defensive function of this art whose purpose is to strike without being struck. Traditional fencing, ancient fencing or historical fencing is the reconstruction of the systems that developed before the sporting coding of fencing (i.e. the systematized use of a sword or other weapon), based on the remaining historical documentation, the traditional systems still preserved and the verification in combat simulation. It should not be confused with theatrical and choreographic fencing or with that of historical re-enactment, which are generically inspired by the systems that actually existed, but more oriented to the spectacle than to historical reliability, nor with the modern competitive sports fencing that has lost the sense of use of the weapon as if it were real and sharp. The use of the sword, the first weapon invented with the sole purpose of killing other human beings, is very ancient. The first sources that mention particular techniques date back to the Roman period, but it is in the late Middle Ages that the first treatises written by actual Masters of Arms appear. In Italy, the most famous Masters who have left us testimony of their teachings are Fiore dei Liberi (Flos Duellatorum – Ferrara – around 1410) and Filippo Vadi (De arte gladiatoria dimicandi – Urbino – around 1485). In this period, which for Italy is already considered a renaissance of the arts and sciences (and fencing is considered one of them), combat is particularly linked to the use of two-handed swords, daggers, spears, axes. , sticks and fight with bare hands. From the 1500s, with the gradual establishment of the firearm on the battlefields, the sword became more of a weapon for personal defense or for civilian use than for warfare. In this period the sword is often accompanied by a second shorter blade to be held with the other hand, often called a dagger or dueling dagger, or accompanied by defensive weapons such as small shields (bucklers and plates), larger shields (wheels and targoni) or simple cloaks (hoods). In the early 1500s, fencing became an unprecedented expression of art and science. With its great Masters (Achille Marozzo or Antonio Manciolino just to name a few), Italy becomes a European reference point for this art too.
The aristocratic origin of fencing, in which the use of secondary weapons is gradually limited by ethical and etiquette reasons, leads to a progressive codification of the discipline. In it, the tip blows become more and more prevalent, definitely more lethal than the traditional cutting blows. It is precisely after 1600 that the old sword from the side (so called because of civil use to be worn on the belt) is transformed into the sword from side to strip or simply “strip”. The evolution of the weapon leads to a change in techniques: nowadays one uses mostly the single sword or the sword and the dagger; still throughout the 1600s Italy produced notable masters, such as Ridolfo Capoferro da Cagli. In the following centuries, fencing moves further and further away from the cases of real combat, losing its main use doctrine in importance: survival in a fight in a fence, in a duel “in the dark” or in the event of aggression in the street. Fencing gradually becomes a pastime for gentlemen, who see in the fencing club also a sort of club to get together. In the 19th century, this generalized change in fencing led to the disappearance of Masters who could effectively teach this art in real combat conditions. For this reason, the military circles of the dominant powers of the time began to search outside their territories for people capable of teaching saber combat to their officers. In any case, even in the 1900s Italian sword fencers were renowned for their experience and practice in the use of the dueling sword, although the original techniques of ancient fencing, which exploits a combination of cutting strokes and point strikes , were no longer practiced.
The ancient fencing techniques, nowadays, are re-proposed thanks to the study of the writings that the Masters of the time have left us or, in some cases, recovering what is left in areas not connected to the world of Sports Fencing. It is thus possible to discover the peculiarities of a Western Martial Art, which has found in Italy a particularly fertile ground to develop and grow to the point of being fully considered the Italian Martial Art. An art based on the principle of “touching without being touched” and on over seven centuries of history encoded in the dozens of treaties recovered to date.
There are numerous amateur sports associations that organize courses dedicated to this activity, although in Italy there is no national federation of ancient fencing practitioners. While the FIS (Italian Fencing Federation) is lately opening its horizons trying to regulate the sportier aspect of this practice. In contrast to the National Sports Federations, other promotional organizations recognized by CONI (in particular UISP and CSEN) have organized their own sectors in which the practice of ancient fencing is well developed.